mercoledì 6 febbraio 2013

NON CANTA AL MATTINO IL CORNO… - НЕ ПОЁТ РОЖОК ПОУТРУ

Autore: V. Tolkačëv
Luogo: Čachov (Klincy)
Data: 25.04.1991
Fonte: «Znamja» (Zlynka), edizione speciale «La Cernobyl' russa»
Traduzione: S.F.

Автор: В. Толкачёв
Место: Чахов (Клинцовский р-н)
Дата: 25.04.1991 г.
Источник: «Знамя» (Злынка), спецвыпуск «Российский Чернобыль»
Перевод: С.Ф.





NON CANTA AL MATTINO IL CORNO…

Nel sobborgo di Čachov vivo ormai da 27 anni. E non conosco posti più belli. Le robuste casette di legno grezzo le hanno costruite gli uomini, e lungo le vie, in due file, sono cresciuti i salici e i pioppi. E i giardini, quando fioriscono, non ci si stanca mai di guardarli. E poi c’è il fiume Iput’, lì a portata di mano. Intere giornate vi sguazzavano i bambini, e verso sera s’univano anche gli adulti poiché nella sua acqua trasparente v’era molto pesce.

La sciagura venne all’improvviso, ma noi non lo venimmo a sapere subito. Mi ricordo bene come cinque anni fa i bambini facevano il bagno nel fiume contaminato dai radionuclidi. E poi anche gli adulti, là nel campo, falciavano l’erba per il sovchoz e per le loro mucche. Non avevamo alcuna informazione sulla contaminazione radioattiva. Correvano diverse voci, ma noi cercavano di convincerci che non c’era motivo di preoccuparsi.

In seguito lo si venne a sapere: nella golena del fiume, dove si preparava il fieno, il fondo gamma superava i 46 curie, e nel sobborgo ce n’erano 29. Temendo per la salute dei bambini, la maggior parte degli abitanti si trasferì in un’altra località.

Prima capitava, non di rado, che i pastori cominciassero la loro giornata di lavoro suonando il corno. Ogni famiglia aveva una mucca. Ora pare che nel sobborgo si sia spenta ogni forma di vita. E il tetro quadro è completato dai portoni scardinati, dalle finestre e porte sfondate nelle case abbandonate.

Delle 42 famiglie che vivevano a Čachov ne sono rimaste solo quattro. Le case vuote cominciarono a essere visitate da sciacalli senza scrupoli. Rubavano tutto quello che nella fretta gli abitanti che si erano trasferiti non avevano portato via con sé. La polizia a volte veniva, ma i ladri alla fine non furono trovati.

A essere sincero, più di tutto sono in pensiero per la mia figlia minore. Lei va a scuola a Veprin. E non soltanto perché deve farsi, con qualsiasi tempo, quattro chilometri per arrivarci. Lei è l’unica bambina rimasta nel sobborgo. Ira vorrebbe frequentare dei suoi coetanei, qui non c’è nessuno con cui giocare, per questo passa la maggior parte del tempo davanti al televisore.

Abbiamo a Čachov anche il nostro chiosco di alimentari. Ma, ahimè, non apre tanto spesso, solo quando portano il pane o della carne. Quando le strade sono impraticabili è sempre serrato col lucchetto, e allora più di tutti ne soffrono i pensionati. Andare fino a Veprin è lontano, e così ci contentiamo delle patate. Quelle che abbiamo coltivato nella terra contaminata, quelle “pulite” per ora non ci resta che sognarcele.

La questione del trasferimento è la più scottante nella nostra famiglia. Lo devo ammettere sinceramente, dopo la sventura da cui fummo colpiti, di trasferirmi in un’ altra località non ne avevo voglia. Mi rimanevano tre anni alla pensione e metter su casa in un posto nuovo non era facile. La salute però va peggiorando. Le fuoruscite di sangue dal naso si sono fatte più frequenti, mi fa male la testa. A dir la verità, io ho anche tentato di trasferirmi in un'altra località. E tuttavia tutti i miei tentativi non sono andati a buon fine.

A Klincy volevo comprare una casa. Ma i proprietari sparavano di quei prezzi che mi toccò ritornarmene a mani vuote. Andai anche nella regione di Kaliningrad e a Trubčevsk. Là mi offrivano un lavoro secondo la mia specializzazione. Ma di nuovo nessuno mi propose una casa in cui vivere.

Sono stato anche in provincia di Počep. Nel villaggio di Dmitrovo. Il presidente del kolchoz non sapeva dove alloggiarmi. Certo, di infermieri professionali lui ne ha bisogno e la cosa si sarebbe risolta in un attimo. Ma il kolchoz è in perdita e solo quest’anno s’inizieranno a costruire delle abitazioni aziendali.

Ho sentito che i costruttori della MPMK-2 di Klincy stanno costruendo delle abitazioni per le persone trasferite nella regione di Brjansk, in provincia di Mglin. Magari gli abitanti di Čachov rimasti verranno trasferiti tutti là? Tutti sono d’accordo ormai a partire, ma disposizioni ufficiali in questo senso non ne sono ancora arrivate. Non ci resta che aspettare e sperare non si sa ben cosa.

V. Tolkačëv
Responsabile del punto medico di Veprin

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